domenica 3 luglio 2011

Copyright&co

stavo rileggendo alcuni post del prof sui diritti di autore e sulla cittadinanza digitale. il problema dei diritti di autore mi è saltato abbastanza all'occhio, perché già da un po' su fb, gira la notizia della legge voluta dall'AGCOM per la tutela dei diritti di autore. Domani ci dovrebbe essere la delibera per questa legge, che autorizzerebbe ad oscurare siti web italiani e stranieri, blog compresi, qualora si riscontrasse una violazione del diritto di autore al loro interno. e questo entro 48 ore dalla notifica al gestore del sito e senza consultare un giudice. insomma, quasi in automatico. basta dare un'occhiata qui per capire la difficoltà di catalogare la violazione del copyright. la cosa preoccupa e non poco, per tutta una serie di ragioni più che ovvie, tuttavia dal mio punto di vista, la cosa ancor più preoccupante è che di questa legge, a parte in rete, non se ne sente parlare affatto. io sono d'accordo che internet sia uno dei maggiori mezzi di informazione, tuttavia ne esistono anche altri molto importanti -televisione (che coinvolge tutti e in modo ripetuto), radio, giornali- che non ne fanno cenno, o che se lo fanno, non lo fanno certo in modo significativo. questo mi preoccupa ancora di più. è comunque indizio del fatto che certe notizie, certe risorse si possono solo ottenere dalla rete ed è perciò fondamentale difendere la libertà di internet. ovviamente, come tutte le cose, l'iniziativa ha i suoi pro e i suoi contro. tutelare il diritto di autore è fondamentale, perché protegge il lavoro dell'uomo e rende colui che lo produce assolutamente libero di esprimere ciò che pensa, cioè affrancandosi da ogni tipo di mecenatismo. da una parte per cui c'è la libertà dell'autore e del suo pensiero e dall'altra la libertà della rete, che vuole condividere, avida di novità e di pensieri, per renderli accessibili a tutti. a me sembra un bel paradosso, assai difficile da risolvere. il sapere è più importante del copyright, pare che dica questa sentenza dell'Onu . più che altro bisognerebbe cercare di trovare un equilibrio tra ciò che è "sfruttamento" economico e ciò che "diritto" dell'autore. tutto questo discorso si applica bene anche a Pub med et similia: sono pochi (in percentuale naturalmente) gli articoli di pubmed che si possono leggere per intero, molti sono degli abstract che indirizzano al testo completo in una rivista a pagamento. anche qui...la scienza dovrebbe essere la cosa più condivisibile, perché è qualcosa che avanza grazie alla collaborazione di tutti. tuttavia anch'essa è sotto l'influenza economica, cioè scienza e medicina ecc. sono investimenti che sono portati avanti per la maggior parte solo se sono remunerativi, e il copyrigth (mi viene da pensare alle aziende farmaceutiche e ai loro brevetti...) non è solo un modo per ricompensare il lavoro di qualcuno, ma è un mezzo per fare business, tanto business.

Nessun commento:

Posta un commento