lunedì 4 luglio 2011

Qulache considerazione in più sulle OER e non solo

Il post del prof, che mi ha suggerito le open educational resources mi ha spinto ad altre due riflessioni.
La prima inevitabile sul concetto di "contenuto", la seconda alla luce del fatto, segnalato anche nel post precedente, che tra le tante lingue in cui si possono trovare le OER spesso manca l'italiano, o quantomeno nessuna università in italia offre ciò che mettono a disposizione certi college americani, prima fra tutti il MIT. Tuttavia credo che si stiano facendo dei bei passi in avanti.
un esempio riportato come OER è la dispensa Biochimica degli ormoni. 
questo testo è stato redatto da uno studente di medicina e rivisto e corretto da un professore di biochimica della facoltà. ebbene durante la prima lezione di biochimica tenuta da questa professoressa nel corso di biochimica I di quest'anno, nel presentarci i libri su cui avremo dovuto studiare, la prof ha incluso in modo "ufficiale" anche questa dispensa: insomma le open educational resources pare che inizino ad essere utilizzate ampiamente anche dalle università italiane.
e questa è la seconda riflessione.
per quanto riguarda la prima, ritengo che sia impossibile effettivamente identificare i "contenuti puri". ogni volta che impariamo qualcosa infatti la impariamo in un determinato modo, ci mettiamo una parte di noi stessi, la rielaboriamo secondo la nostra mente in modo che si conformi a noi e che la possiamo interiorizzare nel migliore dei modi. questo è un processo che richiede tempo, ma è l'unica vera maniera per IMPARARE. in ogni momento del processo, il contenuto non è mai solo: prima è accompagnato dalle parole di un prof, poi dalle parole di un libro, infine -ed è la parte più complessa- è acccompagnato dalle forme della nostra mente. contenuto e contenitore sono inscindibili. è per questo che la persona (prof) o la cosa (libro, oer) da cui si impara è così importante. ad esempio io personalmente sono stata affascinata da argomenti oggettivamente poco allettanti da professori che hanno saputo giocar bene le loro carte, mentre ho respinto magari argomenti più affascinanti perché il libro da cui studiavo non era all'altezza delle mie aspettative. penso tuttavia che un minimo di contenuto puro esista in ogni apprendimento: chiamarlo forse contenuto puro è una sbaglio, diciamo piuttosto minimo comune denominatore, una base su cui ognuno costruisce le proprie conoscenze. ognuno impara in modo diverso...d'altra parte è anche uno dei motivi che spinge ogni professore ad amare il proprio lavoro e ad amare le interrogazioni. avevo una prof di italiano al liceo che diceva che l'interrogazione era un momento di arricchimento sia per noi studenti (oltre che di tortura, perché era bella severa) sia per lei, perché ognuno portava qualcosa di nuovo ad esempio allo studio di dante, magari non nei "contenuti" ma nel modo di esprimerli, che era per lei altrettanto importante.
per non parlare del fatto, che mi viene in mente a proposito del lifelong learning, che nel corso della vita modifichiamo la nostra conoscenza momento dopo momento, arricchendola nel migliore dei casi, e a volte anche sfrondandola di particolari che la nostra mente non riesce a trattenere. ritornando allo studio di dante...certo che adesso non mi ricorderò i "contenuti puri" terzina dopo terzina di tutto l'inferno e il purgatorio (come sapevo una volta, bei tempi...escludo il paradiso, non perché mi stia antipatico ma perché ho studiato con la prof sopra citata solo le prime due cantiche e dopo aver sentito lei spiegare dante, era impossibile imparare da qualcun'altra e quindi il paradiso per me è piuttosto sconosciuto) però la conoscenza della divina commedia rimane in me, modificata da studio scolastico a esperienza di vita. va beh, parlare di dante è fin troppo facile :D

concludo con questa bella frase del prof, che secondo me allarga il discorso dalla conoscenza e dall'apprendimento all'intera vita:

"Così possiamo dire, a maggior ragione, per l’intero mondo che ciascuno di noi va fabbricando nel corso di tutta la sua vita, ancor più fittamente connesso con i mondi da tanti altri fabbricati, nel presente e nel passato"

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